Come si fa?

Questa sezione è dedicata in particolare agli atleti. L'idea è che qui di seguito si possano trovare le informazioni necessarie per eseguire i lavori di miglioramento o di manutenzione della barca, in particolare per il 420.
Tuttavia, dato il numero pressoché infinito di ciò che è possibile migliorare o riparare, questa sezione è in continua crescita, quindi ogni volta che mi si porrà un problema, nuovo o vecchio che sia, cercherò di elencarlo qui, poi se il lettore avesse qualche richiesta che non è ancora stata compresa, lo invito a contattarmi a kiwi.and.sails @ gmail.com.

Segue una serie di dettagli su come ottimizzare alcuni aspetti del 420.
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  • PREPARARE LA RESINA BICOMPONENTE
    • Dotarsi di: guanti in lattice, un contenitore (meglio se basso e largo tipo quelli usa e getta di alluminio per la cucina: circa 10x15cm), una spatola (va bene anche mezza tessera formato "carta di credito"), la resina (meglio se di quelle già dotate di dosatori - in caso contrario vi servirà anche una bilancia sensibile).
    • Versate nel contenitore i due componenti RIGOROSAMENTE secondo quanto indicato dalle confezioni (solitamente la proporzione è 2:1, ma ne esistono anche di diverse). Nel caso stiate usando una resina senza dosatori è importante che pesiate i due componenti separatamente e accuratamente (in generale più resina fate, più sarà facile pesarla, ma più ne butterete via).
    • Con la spatola mescolate bene (per almeno un minuto) i due componenti, facendo attenzione a raschiare bene negli angoli, dove e dove è più difficile che i due fluidi si incontrino. Ora la resina dovrebbe essere fluida e pronta per essere usata, ma attenzione perché il tempo che avete a disposizione prima che la resina inizi a reticolare e diventi inutilizzabile dipende dalla temperatura dell'aria e dalla superficie del contenitore, oltre che dal tipo di resina.
    • Poi nel caso in cui vogliate usare la resina come stucco, allora dovrete dotarvi anche di una mascherina per la bocca e delle microsfere o "micro-pezzetti" di lana di vetro. In tal caso è FONDAMENTALE indossare la mascherina, perché respirare quei tipi di polveri è estremamente nocivo. Per produrre il vostro stucco sarà solo necessario aggiungere progressivamente la polvere alla resina, fino ad ottenere la consistenza desiderata (vi consiglio di metterne poca alla volta, in modo che possiate sempre controllare il risultato).

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  • PALLINA DI ARRESTO PER IL CARICA BASSO
    • Un lavoretto molto semplice, ma utile ad evitare che il nodo di arresto sulla cima del carica basso, tirandosi, diventi abbastanza piccolo da incastrarsi nelle pulegge del piede d'albero.
    • È solamente necessario mettere una pallina cava (cerca foto sotto) di plastica a copertura del nodo e questo va fatto in modo tale che il tangone, quando issato al massimo, incroci (ad albero ghindato) lo strallo formando un angolo di 90˚, tenendo però conto anche dell'escursione necessaria a fare in modo che il prodiere possa incocciare il tangone.
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    • CONTROLLO ALLINEAMENTO DRIZZE
      • Se la drizza di spi o della randa continua ad incattivarsi con la drizza di fiocco quando voi ghindate, allora è necessario eseguire la seguente procedura.
      • Dopo aver appoggiato l'albero su due cavalletti imbottiti, smontate il piede e la puleggia dello strallo (solitamente sono avvitati, nel caso ci siano dei rivetti il lavoro è solo un po' più lungo e bisogna accertarsi di avere i rivetti da rimontare; per smontare i rivetti cerca la sezione apposita).
      • Ora un membro dell'equipaggio, con una torcia elettrica potente (non il cellulare!), illumina dentro l'albero dalla penna verso il piede e l'altro controlla come sono posizionate le drizze.
      • Nel disegno 1 vengono schematizzate le entrate e le uscite delle drizze guardando l'albero di lato (prua a sinistra), mentre nel disegno 2 si vuole rappresentare la visuale che dovrebbe avere chi sta guardando dal piede. 
      • Infatti così si devono presentare le cose: la drizza di randa tocca solamente la faccia poppiera dell'albero ed è rinviata in basso a destra, quindi deve starsene completamente alla destra delle altre. La drizza di spi, che esce poco sopra alla drizza di fiocco, deve attraversare l'albero da prua a poppa e ha il suo punto d'uscita a sinistra, quindi per poter scorrere libera deve rimane alla sinistra di tutte le altre (in particolare bisogna avere cura che drizza di spi e fiocco non siano incattivate fin dalla testa d'albero). In ultimo la drizza di fiocco deve attraversare l'albero da prua a poppa rimanendo al centro rispetto alle altre.
      • Se le drizze non sono disposte come sopra si può intervenire in due modi: nel caso siano incattivate tra loro randa e spi (capita raramente), allora la soluzione sta nel rifare il circuito che passa attraverso il piede, invece nel caso in cui sia la drizza di fiocco a creare dei problemi ad una delle altre due, allora bisogna intervenire dal buco da cui esce la drizza di fiocco in basso, aiutandosi con un uncino e districando così il groviglio srotolando la stessa drizza di fiocco via da quella interessata.
      • Se alla fine di questa procedura non avete ottenuto il risultato sperato, mi spiace ma significa che avete commesso qualche errore. Questo tipo di lavoro va fatto con CALMA ed ATTENZIONE.
      • Un'altra via d'uscita (ma non la soluzione) è quella di tenere le drizze di randa e spi MOLTO tese mentre si ghinda, così da evitare che quest'ultime si vadano a strozzare tra la parete dell'albero e la drizza di fiocco. Purtroppo questo causa il rischio che si incattivino nuovamente quando si cambia centratura in acqua o peggio ancora improvvisamente ad un'ammainata al giro di boa!
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    • TOGLIERE UN RIVETTO
      • Togliere un rivetto è un'operazione semplice, ma se mal eseguita può danneggiare il buco in cui il rivetto era alloggiato e se è nostro interesse riutilizzare il punto d'aggancio è meglio che lo si conservi il più intatto possibile.
      • È necessario avere un trapano e una buona selezione di punte da metallo, quindi se ne sceglie una corrispondente al diametro della porzione superiore del rivetto e si trapana via delicatamente SOLO la testa del rivetto, poiché, una volta tolta questa, l'oggetto si può smontare tranquillamente a mano e poi si spinge la parte rimanente del rivetto all'interno del buco con un martello ed un punteruolo.
      • Se l'oggetto che si vuole smontare non venisse via a mano, allora è necessario cambiare punta e prenderne una corrispondente alla larghezza del corpo del rivetto (meglio se 0,5mm più piccola) e sempre delicatamente si trapana fino al punto in cui l'oggetto non si libera a mano.
      • Potrebbe capitare che il rivetto si metta a girare insieme alla punta del trapano, allora (specialmente se si tratta di un rivetto che passe in un materiale plastico) è necessario fermarsi subito e prendere una punta più piccola ed iniziare a trapanare a 45˚ dall'interno del rivetto verso l'esterno, muovendosi regolarmente di posizione con la punta, in modo da agire su tutta la circonferenza interna del rivetto stesso. Attenzione a trapanare poco in profondità perché il vostro scopo e solo quello di far saltare la porzione superiore senza mettere il rivetto in rotazione.
      • Un ultimo potrebbe essere presente, all'interno del rivetto il chiodo che serve a farlo allargare. In questo caso la soluzione è un po' più lenta e bisognerà usare punte di diversi diametri, ma lo scopo che si vorrà raggiungere è sempre quello di "decapitarlo".
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    • MONTARE IL SUPPORTO DELLA BUSSOLA SULLA MASTRA
      • Tracciare le diagonali delle facce poppiere dei lati della mastra e bucare perpendicolarmente con una punta da 4-5mm.
      • Poi appoggiate il supporto per la bussola nella posizione in cui deve essere montato e usando qualcosa di appuntito ed grado di lasciare un segno (un pennarello fine, un punterulo, una mina di matita, una vite, etc...) marcate, passando attraverso i buchi appena fatti, cioè mettendo la mano all'interno della struttura della mastra, la posizione in cui vanno fatti i buchi sul supporto. Dopodiché bucate il supporto.
      • Preparate dei tasselli di Teflon® o di un materiale simile abbastanza grandi da incastrarsi nello spazio che c'è all'interno della struttura della mastra. Vi serviranno inoltre delle viti inox autofilettanti da 4-5mm di diametro ed abbastanza lunghe e 2 rondelle inox per le suddette viti, ma con il diametro esterno largo.
      • Ora con uno strumento come il Dremel® tagliate nel supporto della bussola due corsie larghe quanto il diametro del corpo della vite, come in figura.
      • Ora potete montare le viti passanti con la rondella fissandole ai tasselli incastrati a pruavia del buco fatto sulla mastra, poi inserite il supporto della bussola sulle viti stesse (tenendo le rondelle a poppavi) e tirate le viti fino a stringere a sufficienza.
      • Quando avete bisogno di rimuovere i supporto sarà necessario solamente allentare le viti quel poco che basta a sfilarlo. Come precauzione alla scuffia potrebbe essere consigliabile uno stroppo di sicura che unisce il supporto alla barca. Mentre per evitare che la scotta di fiocco si incattivi attorno alla bussola stessa è consigliabile un elastico che dal supporto faccia il giro dell'albero.
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      • ANTISDRUCCIOLO SEDUTA TIMONIERI
        • Per evitare che i timonieri, specialmente con vento fresco scivolino verso poppa, è meglio incollare appena a poppavia della seduta del timoniere una striscia di antisdrucciolo, come schematizzato nel disegno.
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      • SEGNI DI RIFERIMENTO
        • Usare ed avere dei segni di riferimento per le regolazioni oltre che utile è auspicabile; generalmente non è difficile applicarli anche se vi metto in guardia dagli errori di PARALLASSE (wikipedia) che possono generarsi al momento della lettura di quest'ultimi.
        • Vi consiglio di averli su: deriva, archetto, scotte del fiocco, base del fiocco e base della randa e vang. Questi riferimenti non devono essere "millimetrati" ma devono servirvi per verificare con un "colpo d'occhio" che le regolazioni siano al punto giusto, quindi averli non significa smettere di usare il cervello in regata, ma aiutano a riprodurre le regolazioni "performanti" che si erano ottenute precedentemente nelle stesse condizioni.
        • Per la base del fiocco: prima di tutto controllate da dove a dove il fiocco tocca la coperta quando siete in navigazione.
        • Poi, usando l'attacco dello strallo come centro per un compasso artigianale, tracciate due archi, corrispondenti all'inizio e alla fine della zona in cui il fiocco si appoggia. Infine applicate delle strisce colorate parallele ai raggi dell'arco di circonferenza tracciato, facendo attenzione a metterle equidistanti dall'asse mediano della barca. Non ha alcuna importanza se ne metterete qualcuna di troppo, poichè la rimuoverete dopo la prima uscita in acqua, ma fate attenzione a non metterle troppo fitte, altrimenti non saranno di aiuto, dovrebbero bastarne 3 a poco meno di 3cm l'una dall'altra.


        • Per quanto riguarda il vang sarà invece più utile cucire sul giro di cima più vicino al boma una serie di "bandierine" di Dacron® colorato o di tessuto di spi, oppure anche solo delle semplici legature fatte con fili cerati di diverso colore.



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      • SPESSORI PER LA SCASSA DI DERIVA
        • Misurare con un mazzetto di spezzoni di lamella lo spazio che c'è tra la deriva e la scassa al fine di determinare quanto spazio va colmato con gli spessori (ATTENZIONE: questa operazione va fatta in una porzione in cui la deriva abbia una sezione rettangolare, per esempio vicino al corno, altrimenti il lavoro risulterà inutile).
        • Prima di procedere, saranno necessari: un buon biadesivo (di quelli solo collosi e quasi privi di spessore come si usano nelle velerie), degli spezzoni lunghi di lamelle o Mylar® spesso, del nastro di Teflon® adesivo.
        • A questo punto, stabilito lo spessore necessario, sia per la porzione superiore, sia per quella inferiore della scassa (ATTENZIONE: aprire delicatamente le lamelle e incastrare dei cunei di legno per tenerle in posizione in modo da lavorare senza provocare ulteriori danni), e dato per certo che la vostra barca e deriva siano simmetriche, dividete per due lo spessore e iniziate a preparare le strisce da incollare. Siccome il Teflon® è un noto lubrificante solido è meglio che il nastro di questo materiale sia tenuto solo come strato a contatto con la deriva, mentre si consiglia di fare il corpo dello spessore con un multistrato di "lamelle" incollate tra loro con il biadesivo. Il vantaggio di usare il Mylar® come corpo dello spessore vi garantisce, grazie alla loro maggior sottigliezza, di ottenere delle altezze più precise e inoltre aderisce bene al biadesivo.
        • Quindi smontate la deriva, rimuovete gli spessori vecchi e pulite con acetone le superfici interne della scassa per rimuovere tutta la colla residua (ATTENZIONE: il solvente che state usando è lo stesso che si usa per smontare le lamelle, quindi non fatelo colare tra la scassa e le lamelle stesse).
        • Ora con gli spessori preparate un "sandwich" come nel disegno.
        • Poi prima di incollare il tutto, provate che la deriva passi attraverso la scassa (con l'attrito desiderato) tenendo a mano gli spessori costruiti, così da non ripetere il lavoro 2 volte nel caso che gli spessori siano o troppo fini o stroppo grossi.
        • Dopodiché incollate gli spessori sopra e sotto alla scassa, pulite bene la deriva e rimontatela tirando il perno come prima e infine controllatene il funzionamento.
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      • SPESSORI PER GLI STROZZATORI DEL FIOCCO
        • Dato che alcuni costruttori usano viti autofilettanti per fissare gli strozzatori del fiocco è necessario fare maggiore attenzione quando li si monta per mettere o togliere gli spessori.
        • Una volta smontato lo strozzatore è necessario rimuovere il silicone o (speriamo) il Sikaflex® che è stato usato come sigillante. Nel primo caso bisognerà avere tanta pazienza ed usare un solvente apposito, nel secondo è sufficiente un po' di acetone.
        • Per rimontare le viti si consiglia di seguire la seguente procedura: si prepara un pochino di resina bicomponente, si spruzzano le viti con uno sbloccante e poi le si puliscono con uno straccio di cotone come se si volesse togliere completamente il prodotto appena messo (tanto senza solventi non se ne andrà completamente e lascerà un film sottilissimo sulla vite, necessario ad aiutare una successiva rimozione). Si passano le viti attraverso lo strozzatore e gli spessori da montare. Si pone un filo di Sikaflex sullo spessore, esattamente attorno ai buchi delle viti, posizionandolo a metà strada tra il buco stesso ed il perimetro dello spessore o strozzatore. Con uno stuzzicadenti o un bastoncino fine si sporcano di resina i buchi per le viti sulla barca e un poco la vite (non serve esagerare).
        • Quindi si monta il tutto tirando progressivamente le viti, facendo attenzione a non stringere al punto da fermare le guance dello strozzatore. Se una delle vidi fosse già spannata, la si lascia sul punto di massima tensione e si attende che la resina faccia il suo lavoro.
        • Se il sigillante è fuoriuscito, si rimuove quello in eccesso quando è ancora fresco con acqua e sapone.
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      Qui di seguito è possibile visualizzare il estratto delle soluzioni adottate sulle barche nuove di alcuni dei team di cui mi occupo. Sono arrivato a questo tipo di ottimizzazione sia con il mio ragionamento, sia con l'aiuto di collaboratori e colleghi, nonché collezionando l'esperienza altrui sui campi di regata, ma anche grazie al feedback degli atleti.



































      Per ulteriori dettagli: kiwi.and.sails @ gmail.com